Recentemente sono stati resi noti i principali dati sulle esportazioni delle aziende bergamasche nei primi sei mesi di questo anno 2016. In generale, all’export è destinato oltre il 41% della produzione bergamasca.
Nel complesso, i dati appaiono positivi e le esportazioni sono in crescita. In particolare, anche ragionando in termini di distretti, si registrano incrementi:
– il distretto della gomma registra un incremento di esportazioni nell’ordine del 2,7%, con un’accelerazione nel secondo trimestre;
– il distretto della meccanica fa registrare un incremento del 3.6%;
– il distretto tessile e dell’abbigliamento segna invece un aumento nell’ordine dell’1,9%;
– positivi anche i dati del settore farmaceutico.
Per quanto riguarda, invece, le dimensioni e le destinazioni, come illustrato dall’immagine, in valore assoluto l’export bergamasco nel semestre vale 7,2 miliardi di euro, in aumento di un +0,96% sullo stesso periodo dell’anno precedente. La principale area di destinazione è costituita dai paesi UE (4,6 miliardi) con la Germania come mercato principale (1,27 miliardi) seguita a distanza dalla Francia e dal Regno Unito.
In aumento le esportazioni verso i paesi europei non facenti parte dell’UE mentre sono in calo le esportazioni verso gli USA e verso l’America centrale e meridionale. In calo anche le esportazioni verso il Medio e l’Estremo Oriente.
Anche il settore agroalimentare bergamasco registra importanti tassi di crescita delle esportazioni, così come quello delle calzature e delle borse.
Insomma, l’imprenditoria bergamasca si conferma attenta e vitale, almeno in quella parte che ha saputo affrontare e superare la crisi, grazie a investimenti, ricerca, prodotti, marketing e tanto impegno commerciale.
L’importanza dei mercati esteri è oggi ormai capita anche dalle aziende di dimensioni minori, anche se – frequentemente – l’estero rimane qualcosa di non affrontato e non gestito o, comunque, di “lontano”. Vi sono però risorse, anche incentivi pubblici, che possono essere attivate in favore delle PMI senza eccessivi costi o grandi rivoluzioni. E’ un cammino che è necessario avviare e le possibilità ci sono.
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