Tra i compiti del collegio sindacale, nell’ambito delle funzioni di vigilanza della situazione patrimoniale-finanziaria ed economica della società, vi è anche quello di osservare, appunto, l’andamento economico e finanziario della Società, anche fondando le proprie assunzioni sui riscontri ottenuti dall’analisi di bilancio. Tra gli elementi e gli indici da verificare, vengono suggeriti i seguenti, con alcune annotazioni sui risultati che, non sempre, paiono condivisibili.
Posizione Finanziaria Netta / EBITDA
Scopo di questo indice dovrebbe essere quello di verificare se il risultato reddituale si è anche trasformato in risultato finanziario, cioè se al risultato economico corrisponde anche denaro in cassa. L’intenzione appare lodevole e l’attenzione è d’obbligo, tuttavia andrebbero suggeriti strumenti di verifica meno sintetici e più sofisticate, pur esistenti ed utilizzati nell’analisi finanziaria. Il fatto che l’indicatore, utilizzato sic et simpliciter ed interpretato secondo le raccomandazioni, indica come eccessivamente indebitata l’impresa il cui bilancio presenti una soglia dell’indici superiore a 3.
Perché superiore a 3? In quali ambiti? Quante sono le imprese la cui gestione è normalmente caratterizzata da valori più elevati e non per questo un risultato > 3 è necessariamente negativo? Pensiamo a tutto il mondo dell’immobiliare o della cantieristica oppure alle molte aziende che operano con la pubblica amministrazione e a moltissime altre fattispecie!
EBITDA (MOL) / Valore della produzione
E’ un indice classico, ormai utilizzato da tempo, e misura la performance operativa dell’azienda, in altre parole, la capacità di fare business caratteristico. Sinteticamente, più il valore è alto, meglio è. Tuttavia, questo valore da solo, è un indicatore pericoloso o, comunque, non sufficiente a giustificare la bontà di un’azienda.
ROE = Risultato netto / [(Patrimonio netto inizio periodo + Patrimonio netto fine periodo)/2]
Il ROE è un indice vecchio e non molto rappresentativo (misura la redditività dei mezzi propri). Ipotizziamo due aziende gemelle per risultato economico (ad esempio 150) e per la composizione del lato degli impieghi (pari ad esempio a 1000) ma diverse dal lato delle fonti: la prima che abbia mezzi propri 500 e mezzi di terzi 500; la seconda che abbia mezzi propri 100 e mezzi di terzi 900. Per la prima, il ROE sarà uguale a 150/500=30%, per la seconda sarà uguale a 150/100=150%. Possiamo dire che la seconda presenta una maggior redditività per gli azionisti, ma siamo altrettanto sicuri che sia anche la migliore? Qual è lo scopo di sottoporre un tale indice quale misura dell’andamento economico e finanziario di un’impresa?
ROI = Risultato operativo / (Patrimonio netto + obbligazioni + debiti v/banche, v/soci per finanziamenti e v/altri finanziatori + debiti verso fornitori di beni e servizi)
Il ROI è sempre stato un indice significativo e continua ad avere un suo senso, anche se la formula da utilizzare potrebbe essere molto migliorata rispetto a quella di scuola qui proposta.
Costo del debito (ROD) = Oneri finanziari / Debiti v/banche a breve e m.l. termine
Anche questo è un indice di facile calcolo e di immediato riscontro. Misura il costo medio dei debiti finanziari e, se confrontato con il ROI, si ha la misura dell’effetto leva: se il ROI è maggiore del ROD si ha un effetto leva finanziaria positivo; viceversa, l’effetto sarà negativo (cioè il costo del debito è maggiore del margine che l’azienda produce impiegando quel denaro).
Indice di liquidità primaria (quick test ratio) = (Attivo a breve – rimanenze) / (Debiti a breve)
Indice storico di liquidità, con un suo significato ed una sua ragion d’essere. L’indice dovrebbe essere uguale o maggiore di 1, con elementi di preoccupazione se scende sotto lo 0,70
Indice di indebitamento (leverage) = Debiti finanziari / (Patrimonio netto)
Secondo le indicazioni, questo indice non dovrebbe superare il valore 2 (cioè i debiti finanziari non dovrebbero essere superiori al doppio del patrimonio netto): una situazione rara in Italia, dove le imprese si sono storicamente appoggiate al sistema bancario e agli affidamenti.
Insomma, una serie di indici di scuola superiore e nessuna vera analisi di carattere finanziario, che prenda il via da un rendiconto finanziario evoluto, strumento che consente di evidenziare e smascherare molte politiche di bilancio e di mettere in luce molte dinamiche che, dal bilancio e dalla tradizionale analisi per indici, sfuggono. Peccato, i sindaci potrebbero fare molto di più ma, per fortuna, le aziende possono sempre ricorrere ai consulenti (passatemi la battuta!)