Recentemente ho letto alcuni stralci di una indagine interessante, anche se ormai un po’ datata, riferita al credito all’edilizia. Un argomento che conoscono molto bene gli “addetti ai lavori” sopravvissuti, per le molte ferite aperte che ancora portano e stanno cercando di medicare. Molti altri, invece, allo tsunami finanziario che ha sconvolto il segmento dell’edilizia e dell’immobiliare non hanno potuto resistere e ne sono stati travolti.
Ma andiamo per ordine. L’indagine è del Centro Studi dell’ANCE, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili. Il primo dato che emerge è che il credito a favore delle imprese è passato dai 51 miliardi del 2007 ai 15 miliardi del 2014, con una riduzione del 70%! E pensare che i banchieri continuavano a dire che non c’era alcun credit crunch, come se gli imprenditori non se ne accorgessero!
Mediamente, il 50% delle aziende che hanno partecipato all’indagine, hanno denunciato un aumento delle difficoltà di accesso al credito, variamente declinate: dall’aumento delle garanzie richieste, all’allungamento dei tempi di istruttoria, alla richiesta di rientro sulle posizioni aperte (ben il 46% ad aprile 2015).
Anche i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione incidono pesantemente sulla capacità di credito delle imprese ma, nonostante tutte le difficoltà frapposte dal sistema, l’indagine dimostra che tra il 2004 e il 2013, la percentuale di patrimonio netto delle imprese sul totale di bilancio è passata dal 17,3% al 25,4% e, nello stesso periodo, i debiti a breve sono scesi, passando dal 48,6% al 40,1%, dimostrando una notevole capacità delle imprese di adeguarsi e, soprattutto, di migliorare la propria struttura.
Un ultima informazione interessante e che conferma la difficoltà di dialogo con le banche: delle imprese intervistate, solo il 22% dichiarava di conoscere il proprio rating e quali gli elementi principali del calcolo. Questo testimonia quanto ancora ci sia da fare lungo il percorso di miglioramento del rapporto banca-impresa.
Fonte: http://www.linkerblog.biz/2015/09/09/la-dura-bonifica-del-credito-ai-costruttori/